Stamattina il nostro istituto ha ricordato e celebrato Italo Calvino nell’anniversario dei cento anni della nascita. In un momento in cui l’Italia rievoca lo scrittore con grandi mostre, conferenze e la ristampa dell’intera opera, noi, la scuola che porta il suo nome, abbiamo preferito una manifestazione in tono minore, ma decisamente emozionante per chi l’ha vissuta in tutta la sua creazione.
I ragazzi, come sempre, sono stati la parte più viva.
All’incontro, che si è tenuto in agorà ed è stato introdotto dalla dirigente Sandra Voltolini, hanno partecipato principalmente gli studenti delle classi quinte che hanno avuto la grande opportunità di incontrate personaggi di rilievo, che di Calvino hanno parlato con sapienza e competenza.
L’avvio è stato dato dalla professoressa Simona Mignosi, coordinatrice del dipartimento di lettere, che ha fatto un intervento ampio e preciso, portando per mano i ragazzi alla scoperta della varietà e complessità dei temi trattati in quarant’anni dal grande intellettuale.
Molto ricco e denso l’intervento del professor Lorenzo Coveri, già docente di linguistica all’Università degli Studi di Genova e membro della Crusca, che ha sintetizzato le varie ‘lingue’ usate da Calvino nella sua carriera: dalla lingua neorealista a quella favolosa, da quella impegnata a quella scientifica, con precisi riferimenti alle riflessioni che Calvino stesso ha dedicato alla lingua fino all’ultima opera, edita postuma, ‘Le lezioni americane’.
Questa citazione ha dato spunto al professor Luca Borzani, docente di storia e intellettuale impegnato, che partendo proprio dalla lezione dedicata alla leggerezza ha esortato gli studenti ad uno sguardo diverso e non omologato sulla realtà.
Certamente siamo felici e soprattutto grati a questi grandi studiosi per il tempo, la competenza e la passione che ci hanno trasmesso . Ma il nostro grazie più grande è per Giordano Bruschi, il partigiano Giotto, che instancabile, ha raccontato un mondo che è anni luce distante eppure così vicino. Giotto ci ha riportato al Calvino partigiano e con lui ha fatto rivivere tutti i suoi compagni che sono caduti per realizzare un grande sogno, ci ha fatto salire con lui e Calvino sulle montagne, ci ha fatto sentire sulla pelle quelle emozioni che fanno parte dei racconti che tanti dei nostri ragazzi hanno sentito dai loro nonni. E
tutto questo con la forza della sua semplicità.
Gli studenti hanno accolto questa opportunità con grande interesse, rispetto e commozione.
Il risultato è stata una mattinata davvero indimenticabile, un tuffo nel passato per guardare con maggiore consapevolezza il presente.
(testo: prof.ssa Cristiana Mondo)
0